Greco
Il Greco è un vitigno a bacca bianca antichissimo, la cui introduzione nel sud e centro Italia dovrebbe risalire alla colonizzazione greca del VIII secolo a.C. quando la crisi agricola spinse molti ellenici a trovare nuove terre nella nostra penisola dando vita a quella che sarà poi chiamata la Magna Grecia. Sembra che la prima introduzione di questo vitigno sia avvenuta in Calabria, con lo sbarco dei semi molti dei quali saranno alla base dei vitigni italiani. I Romani furono abilissimi nello sfruttare e nel diffondere le uve greche ormai italianizzate in tutto il Mediterraneo e in tutta l'Europa e poi nel Medioevo la Serenissima Repubblica di Venezia proseguì l'opera. Essi inoltre diffusero il Greco in tutti i porti sotto il loro controllo. Molti vitigni iniziarono un lento adattamento climatico, cambiando anche caratteristiche, tanto che si ritiene che alcuni vitigni come il Garganega, principale varietà del Soave, e il Grechetto, sia direttamente derivante del Greco. Oggi sono presenti due sottovarietà del Greco originale, il Greco Bianco e il Greco di Tufo, protagonisti di eleganti vini bianchi meridionali. Il Greco si presenta con grappoli di dimensioni medio-grandi, alato, con acini di medie dimensioni e buccia spessa, con alte concentrazioni di pruina, giallo dorato, che assume toni ambra se esposta direttamente ai raggi solari. Il grappolo matura dopo la metà di settembre, e generalmente viene appassita con risultati nettamente migliori.
I vini del GrecoLa magna grecia Il Greco Bianco è un'importantissima varietà che fornisce ottimi vini in Italia meridionale e centrale. In Calabria è presente in tutti i bianchi secchi, sia in purezza che in assemblaggio, sia in IGT che nelle denominazioni di origine. Fa parte del Cirò Bianco dove viene impiegato con un minimo del 90 per cento, del Greco di Lamezia in assemblaggio al 85 per cento e nel Greco di Bianco, un ottimo e particolare vino dolce, che viene prodotto nell'omonimo comune e nel limitrofo comune di Casignana in provincia di Reggio Calabria. È un vino passito di 17% vol che arriva ad invecchiamenti fino ai 10 anni. In Campania il Greco più usato è il Greco di Tufo, che si è adattato perfettamente sui terreni vulcanici della regione già al tempo dei Romani, con produzioni di altissima qualità. Il Greco di Tufo viene coltivato soprattutto in Irpinia, e prende il nome dal comune di Tufo, con vigneti posizionati a quote comprese tra i 400 e i 700 metri, che sfruttano i terreni freschi delle medie quote. Il vino che se ne ricava è molto aromatico e fruttato, con l'impiego di un minimo del 85 per cento del vitigno, spesso in assemblaggio con il Coda di Volpe, da consumare in età giovanile entro i quattro anni. Altre denominazioni che sfruttano il Greco sono il Sant’Agata dei Goti che prevede almeno il 90 per cento, il Taburno Greco e il Greco di Sannio anche in versione passito e spumantizzato per il Greco di Sannio. Viene coltivato anche a Capri nel Capri Bianco e nel Penisola Sorrentina. Viene coltivato anche in provincia di Viterbo per il Vignanello DOC con gusti secchi, anche spumantizzato. I vini sono dorati, con sfumature ambra e note olfattive particolari con toni fruttati di fichi e mandorle tostate. Per le vinificazioni passite il miele e i fiori d'arancio sia aggiungono ai fichi. Il palato è ricco e denso per queste versioni.